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... E ritorno a casa - Racconto & immagini (6)

  • aa1269
  • 5 ago 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

(p. 193) Il castello di Shobak, indicato con «Ash Shawbak Castle» sulla mia mappa, era una destinazione secondaria nelle visite turistiche. I turisti, sempre troppo frettolosi per scarsità di tempo, preferivano il castello di Karak, dove c’era la folla. Infatti, durante l’intera visita al castello di Shobak incontrai tre persone.

All’uscita visitai un banchetto senza pretese allestito da un venditore beduino. Tra gli oggetti disposti sulle assi in legno c’erano oggetti apparentemente antichi.

«Sono originali?», chiesi. «Intendo, sono davvero antichi?»

L’uomo mi guardò. «Trovato in deserto attorno», disse.

Sopra le assi del banchetto c’erano due strani cilindri di terracotta. Uno assomigliava a un sigillo per ceralacca. A un’estremità aveva una croce in rilievo e, all’altra estremità, era inciso un simbolo simile a una “O” con una “I” in centro. L’altro cilindro era simile a un piccolo calice e aveva alla base lo stesso simbolo impresso sul sigillo. Ai lati del calice erano incise delle croci. Pensai che potessero essere oggetti Crociati originali (povero illuso?).

«Questi da dove vengono?», chiesi.

«Trovato in deserto. Io e mia famiglia...»

«Quanto costano?»

Fece un prezzo. Li comprai entrambi senza farmi illusioni; avrei comunque potuto studiarne l’originalità e la simbologia in futuro.

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© 2016-2018 Alessandro Agostini.
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