"Madri e padri" secondo Massimo Recalcati visto da me
- aa1269
- 17 apr 2016
- Tempo di lettura: 6 min
Cari amici lettori, care amiche lettrici,
oggi desidero condividere con voi alcuni spunti di riflessione come da me recepiti ovvero senza veli, in diretta, in occasione della conferenza del noto - e, devo dire, molto bravo - psicanalista Massimo Recalcati a EDUCA, il convegno annuale sull’educazione organizzato a Rovereto in questi giorni. (Il sito del convegno è questo: http://www.educaonline.it - suggerisco di tenerlo d’occhio, in futuro.)
Ebbene, qui sotto trovate le mie note, ***così come le ho scritte durante l’ascolto di Recalcati***, dunque **grezze, sintetiche, per punti, sgrammaticate** o peggio (ho solo tolto le “parolacce”, quelle le tengo per me...).
Spero vi saranno utili nel vostro eventuale tentativo di essere migliori madri e padri - se già lo siete o avete intenzione di diventarlo -, oppure migliori figlie e figli, in ogni altro caso.
Buona lettura. Soprattutto, buona riflessione a tutti noi! (Il tema mi pare importante.)
PS: Ogni errore, imprecisione o omissione **non è puramente casuale**: dipende dal fatto che sono appunti non rivisti.
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Convegno EDUCA, ”Madri e padri: la libertà dei vincoli", con Massimo Recalcati - Rovereto, sab 16 apr 2016
Intro del moderatore (Riccardo Mazzeo): suggerisce due letture di Jonathan Franzen, “Le correzioni" (2002) e “Purity” (Einaudi, ora nelle librerie). Non si capisce perché queste letture rispetto al tema dell’incontro; la platea si stufa presto di ascoltarlo… tutti aspettano MR.
17:53 (inizia Recalcati)
- parlerò delle funzioni tipiche dell'essere madre e padre e di cosa è cambiato da una volta a oggi in queste due funzioni.
ESSERE MADRE:
- tre funzioni della maternità:
1. Prendersi cura del figlio/figlia - responsabilità (= dare risposta) verso il figlio/figlia:
- madre non è INNANZITUTTO una generatrice;
- generatrice diventa *madre* solo e quando lo riconosce come figlio e se ne assume tutta la responsabilità (= responsum dare, dare risposta) illimitata che comporta ciò
- si deve prendere cura del figlio/a - non esiste *istinto* materno; prendersi cura della prole è il *primo dono* della maternità
- primo dono della maternità non è donare la vita ma donare le proprie mani.
- è madre chi - l’ Altro - che non lascia cadere il figlio che grida; è chi soccorre; madre è l’ Altro che sa rispondere (dare risposta) al bambino
- def sopra => che essere madre e essere genitrice sono due cose diverse!! c’è madre ogni volta che le **mani si protendono in aiuto** (NB!)
- in questo senso, la Chiesa e la città (come ente; quindi le città, tutte) possono essere "madri"
2. Cura del particolare:
- D retorica: come si prende cura una madre del suo figlio? (Il nostro è il tempo dell’in-curia; nessuno si prende più cura di nulla).
- R: la cura della madre - di chi è madre, non è cura standard, uguale per tutti i figli; ma è cura che rende ogni figlio *figlio unico*.
- l’amore della madre è amore per il NOME (MR dice che l’espressione non è sua ma di J. Lacan); non amore per la vita in generale. Ma amore per il nome proprio di quella vita.
3. Espellere il figlio per farlo vivere; lasciar libero il figlio affinché viva:
- cita la storia di Maria: un corpo di un figlio non suo, e Maria ne è consapevole: Gesù vive di lei ma non è suo, anzi è di altro trascendente
- esempio delle donne che gli hanno raccontato che nel parto c’è un momento - esattamente quando il bambino sta per uscire dall’utero ma non è ancora uscito del tutto - in cui la donna percepisce che se non dà una spinta forte in modo da espellere il figlio, questi può morire soffocato. Quindi ESPELLERE = VITA DEL FIGLIO; TRATTENERE = RISCHIO DI MORTE DEL FIGLIO.
- la patologia della maternità prevalente è quella della divorazione del figlio: il figlio viene trattenuto e poi mangiato.
- cita Lacan (?)
- Patologia della maternità = impedire la separazione, impedire la perdita.
- parto è un tempo in cui la madre fa esperienza di distacco. (Depressione post parto deriva da questa mal-gestione della perdita.)
- il bambino dopo il parto diventa il mondo della madre - innamoramento reciproco - non è patologia; libido della madre sequestrata/catturata dal bambino (e il padre deve soprassedere, perché il legame madre-figlio in questa fase è totalitario).
- infatti, momento di crisi nelle coppie: il momento della nascita di un nuovo figlio
- cita BIBLIO: romanzo "Il padre infedele", di A. Scurati
- quando la madre diventa “bocca di coccodrillo” diventa pericolosa per il bambino: la madre si cancella come donna e diventa solo madre!
- madre brava = distingue l’essere madre dall’essere donna / femminilità. Il bambino deve sentire che il desiderio di sua madre va al di là di lui! il desiderio una volta andava verso il padre... ma in generale può andarsene verso un altro uomo, o il lavoro, una passione ecc.
- negli ultimi anni assistiamo ad una nuova patologia della maternità: non è più la madre che uccide la donna (come nel tempo del patriarcato, quando donna = Eva, madre = Maria), ma ora le donne vivono la maternità come un handicap = diventare madri è un limite all’essere donna; anche il prob del cambiamento del corpo - non allattano al seno perché si rovina il seno; oppure la maternità blocca la carriera della donna. Donna narcisista vive la maternità come un attentato alla sua identità/progressione.
NB (la cosa più importante di tutte, dice MR): il dono materno principale è la trasmissione da generaz a generaz. del **sentimento della vita**: se una madre ha desiderato la vita del figlio può trasmettere il sentimento della vita; altrimenti non ci riesce, e la vita del figlio sarà una vita spenta, attraversata da una melanconia di fondo.
+ domanda che fa sempre nelle famiglie: questo figlio è un frutto del *desiderio* di entrambi? o solo di uno dei due?
+ la risposta “SI” a tale domanda è molto importante per la vita del figlio/a
== end sulla maternità.
ESSERE PADRE:
- due funzioni della paternità:
1. Custodire il senso della legge / limite / senso dell’impossibile:
- a volte la donna fa ciò - ma allora si dice che c’è non-allineamento tra sesso e funzione => questo spiega che:
- la famiglia naturale non esiste, è una costruzione culturale!
- (Francois Dalton) Guardate i genitori adottivi (come San Giuseppe); i padri o genitori sufficientemente buoni sono tutti padri adottivi nel principio. La paternità è un atto di adozione simbolica - senza curarsi del figlio non c’è paternità! (Padre adottivo è senza spermatozoi.)
- ma se ci fosse solo questa funzione il padre sarebbe un dittatore / capò. Perciò, esiste una seconda funzione:
2. Il padre NON GODE del POTERE del far esistere il senso del limite (di cui in 1):
- incarna la legge mal volentieri, come una necessità
- i padri che godono della legge sono fuorilegge
END TALK 18:40.
Domande [tengo solo le domande più interessanti]:
- Cosa fa si che sia il senso del limite ad alimentare il desiderio?
R:
+ senza definizione del limite non c’è possibilità di gioco. (Lo vediamo nei bambini, che se non gli si dà le regole in un gioco i bambini passano molto tempo nel definire le regole di gioco.)
+ cita la Genesi, quando Adamo e Eva non possono accedere all’albero della conoscenza (limite): non posso sapere tutto il sapere, c’è un limite intrinseco alla conoscenza. Questo limite serve a rendere possibile la conoscenza: è proprio perché non posso godere di tutto / sapere tutto che posso conoscere, che posso desiderare.
+ il drogato annulla il desiderio con un godimento (la droga) senza limite.
+ le regole che si danno ai figli NON devono essere date pensando di risolvere una data trasgressione (anzi, le regole incentivano la trasgressione; è il principio del proibizionismo). Le regole si danno per **localizzare** la trasgressione. Se si dice al figlio “non si torna dopo mezzanotte”, questo NON impedisce al figlio di tornare dopo mezzanotte, ma se torna dopo mezzanotte, il figlio SA che ha trasgredito a una regola. ...
+ (dunque) *soggettivazione* della trasgressione.
+ nella nostra società c’è eclissi del senso di colpa perché c’è l’eclissi del senso del limite
- domanda sulla funzione dei nonni
R:
+ i nonni di oggi mi preoccupano un po’: vanno contro le “leggi” stabilite dai genitori
+ non sono più i luoghi della memoria, della narrazione ecc, ma sono luogo del SI su tutto
+ nonni-coccodrillo - ci sarebbe da scrivere un altro libro su ciò
- Domanda: Maria come primo esempio di utero in affitto. Questa nuova percezione come possiamo gestirla in Italia?
R:
+ parla del suo amico Enzo Bianchi (Comunità di Bose).
+ sull’utero in affitto ho un dubbio di fondo - la base è che si può/deve giudicare caso per caso. MA, tendenzialmente, sono contrario per due motivi:
1. la maternità / gestazione / gravidanza impattano sulla vita del bambino (già da quando i genitori scelgono il nome);
2. poi c’è il problema della mercificazione / prostituzione dovuta alla povertà.
- cita: "Resistenza e resa” di D. Bonhoeffer
- eterosessuale = rispetto e amore per l’ “eteros” = la differenza
- da qui deriva l sua visione della coppia, non è solo una questione di anatomia
== [MR prende spunto dal sentire bussare ad una porta del teatro per dire quanto sotto]
— C’è sempre qualcosa di vero e interessante in chi disturba. Bisogna dare la parola, a chi disturba; e più se ne dà, più diminuisce il rischio di violenza. (Perché chi disturba porta in sé - naturalmente - aggressività che è naturale nell’atto di disturbare…)
[Infatti, la persona che bussava viene poi fatta entrare / e tutto va bene…]
END 19:15